Girovagando tra vari forum ciclicamente mi imbatto in discussioni chilometriche riguardanti questa chimera della stampa, l’Area 51 delle immagini, il mostro di Lochness dei render…spesso è proprio uno scoglio mentale come lo sono stati il Copia e Incolla per i miei genitori.
Ed allora vorrei provare a fare un po’ di luce, cercando di far capire in parole povere cos’è la risoluzione, certo di annoiare qualcuno ma con la speranza di essere utile ad altri. Iniziamo intanto col dire che la risoluzione NON rappresenta una grandezza, ma esprime la densità dei pixel che si trovano in un dato spazio. L’unità di misura con cui si indica la risoluzione, DPI – Dot Per Inch infatti letteralmente significa Punti Per Pollice, cioè quanti pixel ci sono in un pollice lineare di immagine (1 inch = 2,54 cm). Un’altra cosa fondamentale da chiarire è che un’immagine non nasce con assegnata una certa risoluzione ma nasce solo con un certo numero di pixel che rimane invariato: aumentare il numero di pixel di un’immagine già prodotta significa sostanzialmente “ingrandire” i pixel originali, non porta nessun giovamento, anzi peggiora la resa.
Per rendere più chiaro il concetto e semplificare all’osso, immaginiamo di avere un elastico e disegnarci sopra tanti puntini in fila. A condizioni di riposo, in due cm e mezzo di elastico saranno presenti un certo numero di puntini, mettiamo che siano 300 (se proprio ci abbiamo dato giù pesante con l’alcol). Possiamo dire quindi che la fila di punti che abbiamo disegnato ha una risoluzione di 300 dpi. Un elastico come si sa, può essere allungato o compresso e raggiungere varie dimensioni, che succede quindi se lo tiriamo ? Come avrete intuito, rimanendo fisso il numero di puntini, questi si stireranno e si allungheranno per seguire l’elastico, sostanzialmente ingrandendosi. A questo punto, negli stessi 2,54 cm saranno presenti molti meno punti e possiamo dire che la fila di puntini è più lunga, ma meno definita.
La stessa cosa avviene per le immagini: supponendo di avere un render composto da 5000 pixel, ad una risoluzione di 300 dpi coprirà una superficie di 42 cm circa, a 150 dpi la superficie sarà 84 cm e a 72 dpi coprirà 176 cm e spiccioli.
Ma insomma questo render a quanto lo devo fare ?
Per capire di quanti pixel fare un render si devono cosiderare alcune cose, prima fra tutte la dimensione finale di stampa. Una volta stabilito quanta superficie dovremo coprire, si deve decidere qual’è la risoluzione più bassa a cui possiamo scendere per avere una buona resa visiva dell’immagine. Parlo di resa visiva perchè – salvo eccezioni – più è grande la superficie e più da lontano verrà vista, permettendo di scendere a risoluzioni molto basse per i grandi formati. Trovata quindi la risoluzione ottimale e conoscendo la dimensione della stampa, possiamo usare ad esempio Photoshop per calcolare il numero di pixel, aprendo il dialogo per un nuovo documento e inserendo prima dimensioni e risoluzione scelte e poi cambiando l’unità di misura in pixel
oppure ad esempio in Cinema4D, semplicemente impostando la dimensione in cm e la risoluzione, verranno calcolati automaticamente i pixel necessari.
Detto questo, mi sento di precisare che per la stampa di grandi formati difficilmente si produce l’immagine alla grandezza reale; come si vede dal dialogo di Photoshop qui sopra infatti, un render di 100×170 cm a 300 dpi comporterebbe produrre un’immagine di oltre 20.000 pixel, praticamente impossibile per la maggior parte dei programmi.
In questi casi quindi si procede alla produzione di un’immagine di buona risoluzione (300dpi) ma di dimensioni più contenute, solitamente un A3 (42×29,7 cm) o comunque dimensioni simili, che poi viene ingrandita fino alla dimensione finale.
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